SCENA TERZA.
Aminta. Tirsi.
Am.
VOrrò veder ciò che Tirsi havrà fatto;
E, s'havrà fatto nulla,
Prima ch' io vada in nulla,
Uccider vò me stesso, inanzi à gli occhi
De la crudel Fanciulla.
A lei, cui tanto piace
La piaga del mio core,
Colpo de' suoi begli occhi,
Altrettanto piacer devrà per certo
La piaga del mio petto,
Colpo de la mia mano.
Tir.
Nove, Aminta, t'annoncio di conforte;
Lascia homai questo tanto lamentarti.
Am.
Ohime, che di? che porte,
O' la vita, ò la morte?
Porto salute, e vita; s'ardirai
Di farti loro incontra: mà fa d'huopo
D'esser un huom, Aminta, un' huom' ardito.
Am.
Qual ardir mi besogna, e'ncontra à cui?
Tir.
Se la tua Donna fosse in mez' un bosco
Che, cinto intorno d'altissime rupi,
Desse albergo à le Tigri, & à Leoni;
V'andresti tu?
Am.
V'andrei sicuro, e baldo,
Più che di festa Villanella al ballo.