Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

VI.

UNA PASSEGGIATA PER LE VIE DI LECCE.
E a che proposito questa passeggiata?
Lo dirb subito.
Da alcuni anni a questa parte mi ~ accaduto di portarmi in
Lecce con maggiore frequenza, e rimanervi per qualche giorno. E
raggirandomi talora, per isvago, per le sue vie, provava 10 molto
diletto nell'osservare qualche edifizio, fosse palazzo, 0 umile casetta,
0 anche alcuna parte di essi, coi loro tipi speciali delle antiche
locali costruzioni, e decorate poi da quel colore oscuro, che, come
ogni altra pietra, cosil la leccese toglie dal tempo, e che da' loro
quel venerando aspetto, su cui l'occhio non volgare dell'arte si compiace e riposa.
E sempre fui meravigliato, come, nella foga di nuove costruzioni, e nella vera smania, forse non tanto di studiare e riprodurre
il bello, il quale Kvuol Iroppa d'arte e d'ingegno >>, quanto di far
del nuovo, anzi del meraviglioso, quelli edifici, che pur sono in
casa propria, mai non si fossero consultati, da far risorgere, o continuare, con sapiente esame e buon gusto nella scelta, quel carattere proprio, che la nostra gentile cittA aveva, per diversi secoli,
serbato e trasmesso fino a noi, nei suoi edifici.
Ma vi ~ di peggio: vi e' qualche cosa di piui doloroso!
Si e' corrivi troppo inconsultamente alle demolizioni dell'antico,
che pure serba alle citta' una avita e nobile impronta; e vi si- ~ corrivi senza peritanza alcuna, senza neppure un sospetto solo, se
ntai quanto si demolisce, potesse meritare qualche osservazione,
qualche riguar~do, almeno da serbarne memoria in alcun mnodo, a
beneficio dell'arte! - Si dice presto: e' roba vecchia; e gifi, senza
misericordia!
Molto spesso, e molto facilmente si scambia, o s'ia per ignoranza, o sia per privazione, di ogni colto sentimento dell'arte, il
veeclijo con l'anlico. E non importa che io usi qui un po' del latino, che, infine, se opportuno, non guasta il volgare. - Ricorderb,.
dunque, che la frase 4cnilhil antiquius)> dei Latini, corrisponda appunto a quanto noi diremmo: niente ci e' piiu' a cuore; ed il Faccio

F. BAciLE - Scritti varii - 6.