Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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SCRITTI VARII DI ARTE E DI STORIA..

della regola di S. Basilio; di quelli medesimi pei quali il normanno
Goffredo, Conte di Lecce, edifico e doto, presso Surbo, Santa Maria
di Cerrate; e l'altro di S. Niceta presso Melendugno, fondato nel
1168 da Tancredi; e cosi la badia di S. Nicola di Casole presso
Otranto; tutti dei Calogeri basiliani. L'A. dice di aver visitato quelle
anticaglie di Matino, e dalle rovine argomento che la chiesa fosse
fatta, alla foggia greca, con l'altare ad oriente, dentro un concavo
come una mezza cupola (I'abside) >.
L'altro monastero era di S. Anastasia di religiose greche, della
stessa regola di S. Basilio, fuggite dall'Oriente per gli errori di Fozio;
le quali avendo conosciuto esservi nel Salento dei maschi monasteri,
e del proprio ordine, quivi si portarono, fondandone altri per esse,
fra cui questo di Matino.
Intorno ai costumi ed indole dei Matinesi, ripete il giudizio
d'Ippocrate:, tale essere la natura degli uomini, qual'e la regione >
e come l'aere vi e caldo, montano e secco, sono agili di corpo,
acuti d'ingegno, proclivi all'ira, pronti al discorso, inclinati alli
litigi, per lievi ragioni contendono tra loro; ma affabili, amici dei
forestieri, capaci in qualunque mestiere, e a meraviglia si disimpegnano >. Nel discorso non hanno gorga veruna, senza enfasi: ma
sempre equabile e libera la pronunzia; buoni coltivatori, da far sembrare i loro campi, giardini di delizie >. Quindi aggiunge:, nell'interesse del corpo i campagnuoli, nel fare i conti, superano i mercanti di Genova: ma nell'erudimento della fede si stimano, per la
maggior parte, incapaci d'impararli >.
Tra le antiche e primarie famiglie di Matino, talune delle quali
dice estinte, indica le seguenti: Gonfrido, Dell'Abbate, Pellegrino,
Bonami, Filippo, Lezzi, Prentera, Pascali, Saracini,, a' quali case,
per via di donne, entrarono i Tafuri che sono in Gallipoli. Da' Caroppi, antica ancor superstite, sono usciti molti professori di legge >.
Ma, ponendo da parte digressioni e citazioni, che la materia
vorrebbe, ma che non mi sarebbero consentite dall'indole e dalla
necessaria brevita di questo scritto, diro che dove il nostro dottor
fisico procede con passo piu sicuro sia nella parte storico-politica
che riguarda la sua patria.
Egli fa da prima un breve cenno della dominazione greca fra
noi, alla quale segul quella dei Normanni, e quindi dei Conti di
Lecce, da Goffredo e Accardo, sino a Roberto e Sibilla: delle cui
amorose e pietose avventure col Duca Ruggiero di Puglia, non discorre, ne delle notevoli vicende del Tancredi, del quale per6 ri