Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

LETTERE VARIE

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LETTERE VARIE 28

La, Trasfigurazione, il S. Girolamo del Domenichino sono esuli, son
prigionieri, fuori del luogo pel quale quei grandi artisti, loro autori,
li concepirono e li dipinsero. Si sprigionino almeno quei dipinti,
che sieno detenuti da mani meno potenti, e che considerazioni valevoli di arte e di storia possano per avventura restituirli alle loro
proprie sedi.
Di tutto ci6 io formava nei miei pensieri tali giudiz'i e concetti da comunicarli su pei giornali nostri. Ma accingendomi a farlo,
un altro potente pensiero me ne ritrasse. Allora fui pago di parlamne almeno a voi, vigile custode e amico delle nostre cose di
arte...
Allo stesso.
Spongano, 16 maggio 1909.
D. Cosimo amico carissimo,
Non mai, forse, ho provato rincrescimento s'1 vivo da alcuna
contrarieta' nei miei desider'i e propositi, siccome l'attuale, per cui
mi Si vieta di potermi trovare io nella nostra cara Lecce domani,
accanto a voi, e in mezzo ad altri valorosi, e sentire ed apprendere
anche dall'altrui parola autorevole quanto, specialmente dalla vostra,
possa proporsi o favdrirsi con voti ed opera diligente ed opportuna,
onde le nostre cose di arte sieno tutelate e custodite come civile
insigne patrimonio della nostra terra, che onorano questa e i suoi
abitatori.
Lo scopo della riunione di domani riguarda la custodia appunto dei Monumenti ed opere di Arte della nostra Provincia. Veramente dando uno sguardo al pa ssato ed alla perseverante e sagace opera vostra, a totale vantaggio e di ttitte le opere di Arte e
dei Monumenti medesimi, pu6' ben dirsi che non sia mestieri di
altro- coadiutore. Ma questo non vieterebbe che altri, ed io stesso
fra costoro, possano aspirare e godere di concorrere, con la qualsivoglia modesta opera loro volonterosa, ad uguale scopo. Voi mi
richiedete di idee e proposte che fossero del caso.
Una prima proposta, die credo radicale, fondamentale, mi parrebbe quella di non rimuoversi, modificarsi, trarsi falso pretesto di
miglioramento o abbellimento col porvisi mano in qualsivoglia modo,
e presumendo di far meglio perpetrare il pessimo, come gia" osservai in una cappella e altare dei Teatini, deplorabilissimo, e come

P. BACILE - Scritti varn! - 21.