Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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SCRITTI VARII DI ARTE E DI STORIA

Nella citta di Otranto, adunque, si e formato un Comitato efficace di volonterosi, che contera i suoi soci effettivi e gli onorari;
intenti tutti al grande scopo di innalzare agli eroici loro concittadini,
morti per la Fede e per la Patria, un monumento degno di loro,
sul colle della Minerva, che fu il maggior luogo bagnato del loro
sangue nel memorando eccidio del 1480. E gia quel Municipio ha
ceduto allo stesso Comitato tutto l'intero colle, che vorra tutto decorosamente cingersi intorno intorno nella sua base, e poi ornarsi
in guisa, e con piante e fiori e con decorazioni varie, da ben apparecchiare ed offrire sempre maggior risalto al grandioso monumento
che vi sara collocato in cima. E quanto si ode che si progetti e si
vada meditando per la sontuosita del Santo Clivo, vien da buon
zelo e parmi commendevolissimo.
VerrA poi il gran monumento. II tema, a quello che possa sembrare a me, non e lieve; anzi oserei dirlo arduo, perche non potra
sostenere, nelle sue linee e nella sua illuminata ed amorosa esecuzione, che suprema severita. Nessuna smanceria nelle figure; nessuna superfluita negli ornamenti. Quel monumento, che ricordera
eroi, i quali prodigarono cosi volentieri le loro vite, per la salvezza
di tutti, dovra esser tale, da richiamare, da stringere intorno a se
l'ammirazione, gli affetti, i sentimenti anche piui riposti di ognuno,
qualunque ne fosse la fede, il carattere, la condizione; e tutti sentirsi dominati da riconoscente meraviglia nel silenzio della contemplazione.
Intanto, immaginandosi il concetto dello intero monumento, non
potra giammai permettersi che l'Araldica vi sia negletta e non abbia
invece ad assumervi la sua bella parte, storicamente essendo necessario il suo intervento; e ne diro le ragioni.
Si ricordi che Ferdinando d'Aragona ben aveva comprese le
propizie conseguenze della eroica resistenza di Otranto; senza la
quale, e con la non lontana venuta di Re Carlo VIII di Francia, le
cose tutte del suo reame, come osserva il Galateo, sarebbero andate a rovina. Ritornando, quindi, suo figlio Alfonso in Otranto, volle
che in memoria e riconoscenza di un si fausto avvenimento per la
sua dinastia e pel Regno, degli 812 corpi di martiri, per i quali dalI'Aragonese gia provvedevasi a degno deposito nella Cattedrale Otrantina, una porzione venisse trasportata a Napoli. E la traslazione da
Otranto in quella capitale, fu di 240 corpi, deposti da prima nella
chiesa della Maddalena, poi in quella di Santa Caterina a Formello,
dove tuttavia riposano.
Ma oltre tutto questo, altro dispose: e qui entra l'Araldica.