Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

XV'

MALI SENZA RIMEDIO.
La epigrafe che appongo in cima a queste poche parole ben
potrebbe essere l'epigrafe di una lunga serie di articoli deli' indole
del presente scritto. I quali articoli, perb, io temo, anzi dolorosamente credo, per mia ed altrui esperienza, che, in conclusione, tutti
pot rebbero vedersi apporre, alla loro fine, quest'altra specie di epigrafe: cParole sprecate *.
-Ed allora, direte voi, perch~ parlarne? - Ma, alla mia volta,
dirb io: - E perche', col silenzio, fare atto di colposa acquiescenza
al male?
Gia" si sarai inteso che io sia per indugiarmi brevemente in
argomento di Arti; e colui, a cui simili argomenti non interessino,
ne se ne commuova, puo risparmiarsi, anche per questo, ii fastidio
di leggere questo scritto.
I mall, adunque, dei quali parlerb sono di due specie, in Opere
di Arte. Da prima, i mali consumatisi per insipienti riforme; per
intonachi gettati gi& con le loro dipinture; per demolizioni parziali
o totali, ecc. ecc. - E, per questa generazione di mali, fu detto:
factum infectum fieri nequil!- E che si aspetterebbe per que —
sti? - Un miracolo da. santi, o da stregoni? - Ma lasciamoli al1'Ariosto.
Vi sono poi degli altri mali, forse peggiori dei precedenti, e
pifi condannevoli certo; perche', se i primi potettero, per caso, essere operati da sordi che non sentivano, questi lo sono da sordi che
non vogliono sentire. Quelli primi, forse, furono perpetrati, nella ignoranza, da padroni, da niuratori, die spesso, architettando, si fecero
lecito ogni loro libito. Ovvero lo furono in tempi, nei quali certa
critica di arte, certo gusto, e culto insieme, per monumenti di ogni
specie e di ogni etA, i quali formano la catena storica delle arti
stesse, non facevano volgere alle medesime i debiti riguardi, con
gli stud'i diligenti, dotti ed appassionati, che indi consacrarono ad
esse i loro cultori.
Oggi, invece, da tutti gli scrittori e critici di arte si grida, de