Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

PER LA CHIESETTA DI S. MARCO IN LECCE

109

alato del S. Marco sia molto brutto. Non lo so; ne avrei autorita
a sentenziare.
Perb farei riflettere, e a mo' d'esempio, dal canto mio, che se il
leone araldico, I'aquila araldica, il vepre o ciliegio araldico, lo spino
fiorito araldico, o molto altro di simile, si mostrassero con tanto
entusiasmo maggiore, quanto maggiore fosse la loro mostruosita, da
un appassionato cultore di quelle discipline, a chi ne fosse affatto
profano; mentre il primo ne ammirerebbe la perfezione, quest'ultimo
non potrebbe forse contenersi dal ridergli sul muso, e dal dichiararlo matto e privo di senso comune! E proprio questo accade tuttodi in ben altri argomenti. Cosi vanno,le cose in questo mondo!
Intanto e anche brutto citare se stesso: lo so. Ma debbo farlo,
e mi si perdoni, per dare una certa ragione, per la quale io mi sia
determinato a scrivere queste poche righe.
Ricorderb quindi a taluno, e fo sapere ai piui, che nel 1894, e
proprio a proposito di certe demolizioni che in quei giorni, fra le
cento altre, avvenivano costa, si pubblico da me una certa Passeggiata per le vie di Lecce; e nello esame di taluni tipi e motivi, propri di certi edifizi della cara citta, fra le altre cose, dicevo cosi:, E potrebbero formare un gruppo speciale il portone dei Sa-, raceno, in via Molini di Rugge (Antonio Galateo), n. 23, coi por-, toni ai numeri 41 e 45 in via Rugge (Giuseppe Libertini); e la, chiesetta di S. Marco, in piazza S. Oronzo; ed una porta murata,
d che e nell'atrio della Prefettura, donde doveva entrarsi in chiesa,, e qualche altra ancora. >
Come si vede, la chiesetta di S. Marco fu quindi notata da
me anche in quello scritterello. Ma, con questa, molte altre, e porte,
e finestre, e cornici, e case, furono indicate; perb molte, ahime!, gia
sono sparite sotto il piccone demolitore; e pare che una non dissimile sorte voleva serbarsi per la piccola chiesuola di S. Marco.
Per buona fortuna, essendo oggidi affidata la cosa pubblica di
codesta citta ad un Sindaco e ad una Giunta, che concordemente
professano appunto il raro rispetto, se anche non fosse amore, alI'antico, non e a temersi che alcun che di simile alla non mai giustificabile e barbara demolizione della primitiva e nobile facciata dei
Tribunali si ripetesse. Ne e garanzia il degno programma di concorso per le necessarie e parzialissime riforme esterne della facciata
degli Angiolilli, prescritte tutte armonia con i tipi esistenti della medesima.
Non posso avere io certamente pretensione alcuna, ne le mie
parole alcun valore, da esser ascoltate, o solo per cortesia altrui;

cl.I..!. ---~..-~. -~ ~~~ --— ~~ ---- -— ~- ---- - —. -I ---