Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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SCRITTI VARII DI ARTE E DI'STORIA

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riamente in Roma. Nella villa pubblica di Lecce, fra parecchi busti
in marmo di altri scultori, ve ne sono due del Mangione, quello
dello Scarambone e di Stella; e quello del defunto unico figliuolo
del signor Veris si ammira nel cimitero di Scorrano.
Un giovine di circa 23 anni, offre gia garanzie sicure di seguire
le orme gloriose di Bortone e Maccagnani, ed e Luigi Guacci di
Lecce. Vive in Roma, e frequentb lo studio del Maccagnani. Si sono
ammirati di lui busti e studii condotti con intelletto di arte, e con
vero amore di percorrerne coraggiosamente il cammino. Teste eseguivasi da lui un gesso, che era il busto dell'onorando duca Castromediano, bellissimo; e bellissimo anche lo studio della testa caratteristica e vera di un fanciullo dai capelli del tutto rasi.
E si noti bene, che tranne il quarto, che fu sussidiato solo per
un anno, tutti costoro furono pensionati dalla nostra Provincia, alla
quale, se i medesimi debbono gratitudine, ad essi e debitrice la Provincia della compiacenza e della gloria di vedere il nome leccese
tenuto altamente in onore nella gentile sfera delle arti belle!
Plastica e Carta-pesta. - Si potrebbe chiamarla una specialita
leccese e tradizionale da lunghi anni, ed ora studiosa piui che per
lo innanzi di migliorare sempre. In Napoli, nella stessa Roma, a
Milano, in altre citta d'Italia, in Ispagna e perfino in America, per
espresse commissioni che se ne ricevono, si spediscono statuette,
e piu ancora crocifissi in carta-pesta, e statue di maggiori grandezze,
ben colorate, che ordinariamente hanno testa e mani di creta. Quello
che e notevole, e il progredire nello studio ragionevole e largo della
piega; e lo smettere man mano un certo che di lezioso, di affettatamente comico nella posa, nella espressione del volto, e sino nello
atteggiarsi delle mani, non sempre conveniente al soggetto che si
ritrae, e specialmente se sacro, come d'ordinario.
Chi primo piui notevolmente miglioro le condizioni di questa
gentile arte leccese, fu Antonio Maccagnani, zio dell'Eugenio, e costui figlio di Mattia, orefice; quasi per continuare anche fra noi l'antica tradizione italiana, che dalla bottega dell'orafo toscano uscivan
fuori quelle glorie dell'arte che furono Donatello, Ghiberti, Brunelleschi, i della Robbia e cento altri.
Quasi contemporaneo al defunto Antonio Maccagnani, fu Achille
de Lucrezi; e, sempre migliorando col de Lucrezi, sorsero poi Andrea de Pascalis e Giuseppe Manzo, i piui noti.
Sarebbe desiderabilissimo che un incoraggiamento venisse dalla
provincia a quest'arte speciale, sicche giovani che ad essa voles