Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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SCRITTI VARII DI ARTE E DI STORIA

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della sua nascita, ne di altri particolari della vita di questo scrittore
nulla si dice, ne dall'opera sua vi e nulla da dedurne, tranne che
l'A. avesse avuto allora tra mani un altro scritto, dal titolo: La Storiografia generale del Salento, che, dic'egli, se non mi disturbano altre
cure, spero condurre a fine. - Ma ignorasi se poi ve la condusse.
Nella dedica che fa l'A. al suo Mecenate, pone modestamente
il dubbio, che questi possa stimare nel suo scritto non esservi niente
di buono, e potergli sembrare un guazzabuglio di cose.
Che in questa opera sia un guazzabuglio di cose, come dice
in ultimo, e che sieno scritte alla rinfusa, come ha detto prima,
parmi una verita, che non gli si possa negare. Ma questa stessa
verita potrebbe essere rivolta anche ad altre opere e scrittori simili,
non escluso il P. Cappuccino Luigi Tasselli, citato cosi spesso dallo
Schivani, e forse anche da altri scrittori piu moderni. E pur nondimeno, non pub certo asserirsi non esservi niente di buono in questi
scrittori, e cosi neppure nel nostro. Perche, in generale, da ogni
libro, qualche notizia o ammaestramento utile sempre si ritrae: anche ad apprendervisi quello che non debba scriversi, o non doverlo
fare in quel modo.
Nel volumetto del nostro A., come in parecchi scritti di quei
tempi, si parla di tutto: di storia, di geografia, di metereologia, di
astrologia, di medicina, di morale, di religione, di ascetica, di genealogia, ed anche di araldica; e vi s'incontrano notizie interessanti
sparse di qua e la.
~ vero che, a voler leggere da cima a fondo il manoscritto, e
necessario di durare un poco di quella eroicafatica di cui parla il
Manzoni, per quel suo vero, o ben immaginato autografo: mentre
il libretto che ci occupa fu dettato in pieno secolo XVIII, vale a
dire che lo scrittore appartiene alla prima meta di un secolo il piu
ferreo per le buone lettere e il buono stile, di tutti i tre secoli precedenti al nostro; e pel quale, tranne per poche eccezioni, gli altri
tre secoli, XIII, XIV e XV, furono, in generale, inutilmente scorsi e
non considerati; e pel quale secolo la notizia dei lavori e studi
letterarii del Castelvetro, e poi del Buommattei, era scienza privilegiata di pochi; e, non che parlarsi di sintassi e di grammatiche,
ma l'aversi a fianco un vocabolario da riscontrare, scrivendo, non
credevasi necessario da quelle menti contente.
Nel resto, ogni scrittore da al suo secolo quello che il secolo
offre a lui, e viceversa. Che se entrambi errino, le eta future, che