Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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10 ~SCIRITTI VAR~II DI ARTE E DI STORIA

e contro ogni mio proposito, come i Neritini sanno, dovetti cedere,
per occuparmene, alle obbliganti insistenze di quell'onorando e defunto Vescovo Monsignor Mautone, che I'Arditi nella sua Corogra~fia
di Terra d'Otranto chiamna uomo di anima eletta, degnissimo successore degli apostoli, e- die fu 1' immediato predecessore dell'attuale.
Quel progetto venne regolarmente approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel modo come si legge nella relazione
e parere del Consiglio medesimno del 24 agosto 1888, e con quella
competenza, della quale lo stesso Consiglio Superiore pub dar conto,
se ne sia ii caso, allo scrittore dell'articolo, il quale, se col modo
dubitativo abbia inteso dare una sua gomitata, per se' o per altri,
al progetto o al suo umile autore, per la parte da costui presa in
questo fatto della Cattedrale, o allo stesso Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici, non e' cosa che m'interessi.
Come sopra ho detto, il progetto fu formato essendo in vita
l'antecessore del Vescovo presente: il quale Vescovo presente e' stato
colui che, giustamente premnuroso di darsi mano ai lavori di costruzione, secondo ii progetto approvato, e quindi previa demolizione della
Cattedrale esistente, tolse la medesima al culto dei fedeli, la spoglio'
di quanto poteva serbarsi altrove, e cominci? egli appunto le opere
di demolizione.
Accortamente perb, togliendosi i rivestimenti dei primni tre archi
e dei relativi pilastri del lato sinistro, nascosti i primi da arco sottoposto, a semicircolo formato da incanucciata, ed i secondi da tufi
e stucchi, e scopertesi anche alcune pitture, fe' sosta circa le idee
di demolizione, e nacquero le altre di togliersi tutti i rivestimenti,
ed osservarne le'successive manifestazioni, e provvedere a quanto
Si fosse stimato piui conveniente.
Cosil avvenne che con la citata lettera dei 25 febbraio 1892,,si
benign6' di avvisarmene, ed invitarmi ad osservare quegli avanzi
scoperti.
Mi vi recai, e vidi questi tre archi a sinistra, a sesto acuto, di
grave e bella forma, dalla larga fascia tutta uguale, e tutti in solidissimo carparo: tranne basi e capitelli in pietra leccese, e questi
ultimi oltraggiatissimi dai barbari rivestimenti operatisi, pei quali
appena poche foglie qua e la' erano rimaste in qualche insenatura,
che non impediva i rivestimenti medesimi; ma quelle rotte foglie,
quegli avanzi dei robusti abachi, ben valevano ad indicare il tipo
di quella costruzione.
La osservazione di quegli avanzi e di altro mi fecero dichiarare, contrariamente alle asserzioni scrittemisi da quel Vescovo, che