Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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21b SCRITTI VARII DI AIPTP E DI STOM~A

drone, semisdegnato, 10 manda via. L'ebreo si rassegna dicendo:
Non era il tempo sac: ritorneremo; ma il ritorneremo lo dice in se,
perche' irriterebbe forse il possessore del cimelio; e va via.
Ora, l'ebreo ha occhi lincei, conoscenze perfette della materia;
ha la scienza dell'opportunitAi, e, nelle mani, la grande potenza dell'oro. Sicch~, noi Piagnoni, abbiamo un bel gridare alla fuga delle
nostre Opere di Arte! - L'ebreo, che ieri fu a Corigliano, domnani,
ad esempio, potrai passare ad Otranto; e 111, il solito sicofante lo
condurra' al vicoletto, dov'e' la palazzina, gia' dei Rondachi. E, yedendola deturpata, col bianco di calce, colA appunto dove sono gli
eleganti lavori del Cinquecento, dirA: benissimo! qul non se ne capisce nulla!; e ridera' e ne prendera' nota. Poi andra' oltre, e potrA,
forse, anche passare a Lecce, dove osservera' i due belli capitelli
greci, tuttavia capovolti e conficcati a terra, dinanzi a! portone d'un
palazzo, all'uso indegno, di scansa-carri, e che egli riconoscera' fratelli degli altri due, gia da lui osservati in cima a due colonne, nella
Cattedrale di Otranto, e ripetera': anche qui non se ne capisce nulla.
N~ la sua cupidigia lo tratterra' dallo spingersi a Galatina e chiedere di osservare quelli sacri e preziosi cimel'i argentei, appartenenti
alla Santa Caterina. Anche co'la, scorgendo l'Arca, voglio dire il baule
che 1i rinserra, misurando quello che sono e quello che valgono e
il modo come oggid'i son conserv~ati, cupido, ripetera': neppure qui
se ne capisce (e forse anche potrebbe aggiungervi: ne' vi si crede!),
e, certamente, non gli si darebbe neppure liberta' a pensare di acquisto. Ed egli se ne accorgera a prima vista, ma non trascurando di ripetere a se stesso: non e' il tempo suo; e, intanto, ne ridera' e ne
prendera' nota speciale.
Ma questi pochi che annovero, come pubi giudicarne ognuno,
sono minimi esempli di occasione. Gli oggetti, e di ogni specie che
Si offrono, anche fra noi, all'avidita' degli amatori e ricercatori di
cose antiche e di Arte, se da noi, fra privati e pubblici, son molti,
per tutta Italia sono infiniti. Or come fare onde non perderli? -
Non lo so; ne' sarebbe da me e di questo luogo il discuterne.
D'altronde, l'alto potere, al quale sono affidate, coadiuvato da quanti
vi sono studiosi cultori delle nostre cose di Arte, ben vorra', certamente, provvedere e adoperarsi: "(Sicche' il Giudec fra noi, di noi
non rida v (Par., V).
Poiche' mi e' accaduto di scrivere, me ne avvalgo, onde opporre qui una breve Appendice, non a questo che ho scritto ora,
ma a quello che scrissi nel recente opuscolo, e a c'ompiere un debito, di rendere, cioe', unicuique saum.