Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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198 ~SCRlTTI VARII DI AIAT9 E tf1 S'TOMA

Nella cripta di S. Vito non vi ha dipinto interessante se non
quello che, scendendovi, s'incontra a dritta, e a pi~ del quale eravi
un altare crollato. Vi si raffigura un gran panno bianco dispiegato,
sul quale son segnati tre circoli, due sopra, l'uno accanto all'altro,
ed uno sottoposto a questi: tutti tangenti fra loro. Nel tondo, a sinistra di chi guarda, vi ha un Crocefisso: nell'altro, a dritta, pare,
un Cristo risorto; nel cerchio inferiore nulla pifi si vede. In cima,
sul lenzuolo, appalre una figura uscente, come di Eterno Padre. Quel
panno sembra sostenuto da due figure muliebri, che vestono lunga
tunica; quella della parte del Crocefisso ~ pifi dimessa, a testa scoperta; l'altra dal lato del Cristo risorto ha sul capo una specie di
triregno: perb i VIsi conterebbero quattro corone. Una ermeneutica
delle due figure muliebri, datasi da competente persona, direbbe che
alludessero alla Chiesa militante, la sinistra; alla trionfante, la destra. Vi sarebbe dell'interesse in tutto questo sinmbolisrno. Passo alla
Santi Stefani.
It questa una chiesetta, sempre in campagna, come la precedente. It a tre navi, aventi ognuna in fondo la sua absidetta, ed e'
tutta scavata nel nostro tufjo, come lo sono i sette in otto gradini,
per i quali Si discende. Nella sua lunghezza massima di circa metri 12,20 (per la larghezza di 8 in 9), e' divisa da quattro archi per
lato, che, con i loro riscontri a dritta e a manca, dan luogo alla
formazione di 12 volticine. Ogni pilastro, nei suoi quattro lati, aggettava una specie di parasta da segnare in pianta 8 angoletti; le
quali paraste mostravano di sostenere i relativi archil scalati, nascenti da esse, e svolgentisi tra le volticine. La sua maggiore altezza
interna?~ ora di m. 3,50, perche' ii padrone di quel monumentino,
per suo maggior comodo, onde meglio riporvi legna o altro, ne ha
ribassato il piano di circa cm. 68. In quell'anno, non prossimo, nel
quale io tolsi di laggifi quelle poche note, i deplorevoli danni erano
gia' cominciati. Qua e IA pezzi d'intonaco, che, con le sue pitture a
fresco, rivestiva giA tutte le mura, erano caduti e spariti; ma quelli
otto angoletti di ogni pilastro si riconoscevano ancora. Parecchie
travi da pilastro a pilastro, nel senso degli assi longitudinali, vi
erano conficcati di punta, da servire per la essiccazione del tabacco,
o ad altro. Onde conficcare queste travi, erasi dovuto praticare un
buco, rompendo quindi intonaco e dipinto. Ora poi che vi son ritomnato con quelli due signori, le travi, nelle loro due estremita', ne'
so perch~, erano affisse nei pilastri, operandovisi un solco, lungo
per tutta la larghezza dei pilastri medesimi, e profondo da incassarvisi quelle estreme parti della trave: sicche' il danno ne era tanto