Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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SCRITTI VARII DI ARTE E DI STORIA

Caterina che sta proprio sotto quella impalcatura. Ma volevasi l'organo colassui; e, se anche qualche occhio veggente Si accorse allora del danno per l'arte e lo deplor6, le sonore canne dell'organo
e le robuste voci dei cantori soffocarono anche la memoria del mal
fatto, come le salmodie ed i canti in una esequie, dove, almeno,
la pieta non manca, che invece era negata a quei dipinti perduti!
E continua ad essere sagrestano e custode di quella chiesa ii
cieco di cinque anni or sono. Ma, nel giorno 16 del passato maggio,
cadde un fulmine in quella chiesa e colpi, non mortalmente, ii povero sagrestano ed un sacerdote, che caddero; e, soccorsi, furono
portati pietosamente alle case loro. Non era quello ii primo fulmine che penetrasse in quella chiesa. Negli anni passati un altro
vi Si scaglib sulla bella tomba di Raimondello Orsini, rompendo
l'elegante baldacchino e gettando a terra una delle due colonnine;
n? di questa, ne dei frantumi del baldacchino so la sorte finale.
Naturalmente si domandb perche non si fosse provveduto ai parafulnmini; ma non vi resta, come in tutte le altre cose, che sperare
che qualche pietoso almeno a questo faccia provvedere e presto;
prima, cioe, che la scienza, che ce Ii ha dati, non trovi, se mai, che
pifi non sieno, abmeno, del tutto efficaci!
Cob prof. Haseloff e il suo compagno, osservata la mirabibe costruzione del tempio ed il suo tecnicismo e le preziose dipinture,
si considerarono i van' danni antichi e nuovi onde b'insigne monumento e minacciato per umiditA, trascuratezza ed anche difetto
di consolidamento in qualche parte.
Si domandb poi di vedere il famoso calice figurato e gli argentei reliquari, tutti lavori insigni e di filograna, ceseblo ed intaglio
di esperti orafi del secolo XIV, e donati dagli Orsini-del Baizo abla
chiesa, e che vennero illustrati dab benemerito e defunto galatinese
Pietro Cavoti, in uno degli opuscoli del Barone Francesco Casotti,
stampato a Firenze nel 1875.
Un tempo furono sempre serbati nei belli e grandi stiponi di
noce in sagrestia, dove pifi vobte io ii vidi. Perb, mandati via
quei frati Francescani, si stimfi toglierli da quel luogo, e, invece,
consegnarli a persona degna di fiducia, che tenesse in custodia
quei rari cimebi. Si scelse una signora ed una famiglia avente ii
suo palazzo di fronte a Santa Caterina; e, avutane l'annuenza, si
andfl in cerca d'un vecchio baule, in cui si misero, abla rinfusa,
le numerose reliquie ed ib gran calice; e, chiuso a doppia chiave,
fu dato a quei signori, che certamente dovevano essere peritanti di
nubla- mutare della consegna.