Scritti varii di arte e di storia / Filippo Bacile ; con lettera di B. Croce e discorso di A. Perotti.

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nione di autorevole persona, avrebbero potuto o potessero ancora
ottenere che, per sovrana. autorita', fosse dichiarato tale individuo
indegno a portare i titoli di Duca o di Marchese, mentre pero gli
rimarrebbe, inevitabilmente, un cogn ome, che varra' sempre piii dei
titoli stessi. N~ io saprei ritenere tutto cio6 come facile cosa; anche
considerando, che da questo indegno potrebbero, per caso, nascere
figliuoli, i quali, sospinti da necessitA, o spronati dal proprio cognome, emergessero tali da rendersi degni di portare quei domestici
titoli, che deplorerebbero perduti, perche' gia' sarebbero stati tolti al
padre loro!
tvero che per noi tutti figliuoli di Adamo, i qua~l non avremmo
troppo a lodarci- dei primi nostri progenitori, tutto questo non dovrebbe far caso. Pert colii trattavasi di giud izio, fatto nell'abisso
del Consiglio Eterno in tutto dall'accorger nostro scisso. Ma pub
dirsi lo stesso nelle vicende umane?
lo non so se questo nipote del Duca Castromediano abbia
davvero domandato al Re di avere il diritto (sic) al titolo di Duca
di Caballino: ossia. Marchese di Caballino e Duca di Morciano. Se
proprio abbia domandato questo, ha fatto male. In casi come il suo,
il Re n~ dA, ne" pub" negare simile diritto; giacch~ nello Statuto fondamentale del Regno e nell'articolo 79 e' detto: aI titolt di nobiltd
sono mantenuti a coloro che vi hanno diritto. II Re puo3 conferirne dei
nuovi >>.
Ora questo signore ~ figlio di Kyliano, secondogenito del defunto Duca; il quale Kyliano, morendo nel 1864, lasciava, con quest'unico maschio, due figliuole, Teresa e Beatrice - Enrico, terzogenito del Duca, mon' test~ in Morciano, al 20 settembre 1896, senza
prole -, e siccome il passaggio dei titoli nobiliari segue tuttod'i
le stesse norme e le stesse leggi che gia' si aveva il passaggio dei
feudi, essendo costui l'unico superstite, su cui grava, il secolare peso
(e che minaccia schiacciarlo!) dell suo gran cognome, ricade anche
su lui il diritto ai titoli di casa sua. Non sarebbe il caso, quindi, di
concessione di diritti e di titoli nuovi, ma di riconoscimento degli
antichi; riconoscimenlo, invero, che si vuole dalle presenti leggi nobiliari, per ogni titolato, ond'essere inscritto nei registri che son
presso l'Ufficio Araldico nel Ministero dell'Interno; e questo per
l'articolo 13 del R. Decreto 11I dicembre 1880.
Ma tralasciando queste ed altre considerazioni, si noti, di grazia, che, come per questioni o diritti riguardanti proprietA, non si
ricorra, certamente al Re, ma al magistrato competente, che sonoi
Tnibunali civili, cosil per questioni e diritti nobiliari vi sia anche