The passenger: of Beneuento Italian, professour of his natiue tongue, for these nine yeeres in London. Diuided into two parts, containing seauen exquisite dialogues in Italian and English: the contents whereof you shall finde in the end of the booke. To the illustrious and renowmed Prince Henry ...

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The passenger: of Beneuento Italian, professour of his natiue tongue, for these nine yeeres in London. Diuided into two parts, containing seauen exquisite dialogues in Italian and English: the contents whereof you shall finde in the end of the booke. To the illustrious and renowmed Prince Henry ...
Author
Benvenuto, Italian.
Publication
London :: Printed by T[homas] S[nodham] for Iohn Stepneth, and are to be solde at his shop at the west-end of Paules Church,
1612.
Rights/Permissions

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Subject terms
Italian language -- Conversation and phrase books -- English.
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"The passenger: of Beneuento Italian, professour of his natiue tongue, for these nine yeeres in London. Diuided into two parts, containing seauen exquisite dialogues in Italian and English: the contents whereof you shall finde in the end of the booke. To the illustrious and renowmed Prince Henry ..." In the digital collection Early English Books Online. https://name.umdl.umich.edu/A08653.0001.001. University of Michigan Library Digital Collections. Accessed June 23, 2025.

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DIALOGO. V.

Nel quale vn Cittadino, et vno del paese in∣sieme discorendo, fauellan qual peggior Idolo sia, oil piacer seguito dal Gentil-huomo, o il guadagno dal Cittadino; di più, che il vero ammaestraemento del figliuolo, é la buona vita del padre, e final∣mente della caccia con coretta breuità si fauella.
Cittadino.

[ 1] BƲona notte signor mio.

P.

Buona notte per sempre ancor à lei.

C.

Quando venesti dal contado?

P.

Hier sera pronto per seruirla.

C.

Ʋ. S. era non men desiderata, che a∣spettata, ethor per millè volte, è la ben venuta.

P.

Cotesto è per sua gratia, io la ringratio.

C.

Ma, che sifa, e come la passano li nostri amici, e signori nel paese?

P.

Meglio, ch'io, penso, penetriate il genio humano, senza qual∣che ristoro non poter, varcar le calamità presenti.

C.

Ma il continuo diporto, come l'appellarete?

P,

Vedendomi tutto infangato, parmi più sicur sindicar me stesso, che giudicar alcuno.

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C.

Come impossibil è con vn occhio mirar il cielo, e col altro il centro, non altrimente seruir non si puo à due signori, quindi comandò Iacob à suo, che lasciassero i falsi Dei, per poter sacrificar al vero Iddio, ne l'istesso Iddìo volse, che l' Arca, e Dagon hauessero vn altare insieme, per a∣maestrarc niuno poter, li presenti piaceri, e Dio seguire, ne attendar alli diletti, et alla sa salute, non hauendo co∣testi cosa commune, però fa di mistieri col martello delle Viriù affatto spegnere l'idolo del piacere, per honorar Iddio, e dar buon essempio all' aliri.

P.

[ 2] Io affermo l'intelletto attualmente ocupato in vna cosa, non poter nell'istsso tempo prfettamente attendar à due cose, quindi m'aprete la strada à farmi conoscere, che quanto più intenso, & via più ardente è 'l idolo de vostro guadagno del piacer della caccia, tanto più meriti d'esser atterrato: essendo che dal ventre sino alla sepoliura, e dalla mane, sino alla sera, mai i cittadini s'achetino per quadagnare, se il cacciator non perdona à fatica, per buscarsi vn popò di diletto meschiato con mille angoscie; essi via più non spa∣ragnano à qual si voglia inganno per cumulare: talche con la bocha souente cantinò in chiesa, e col cuore pensinò àlor profitto: come altre volte Iddio rinfaccio a Fharisei, dicendo: Questo popolo con le labra m'honora, ma il lor cuore è da me lontano: e la verita doue è il tuo tesoro, costi sarà il tuo cuore. E'l padre S. Agostino, l'anima non è doue risiede, ma doue ama.

C.

Il gentil'huomo nella caccia, et àltri suoi diporti, ha per oggetto il diletto, qual' essendo volontario, volendo egli, come nociuo, puo lasciare, ma al cittadino il trafico, non è piacere, ne volontario, ma vn continuo necessario tra∣uaglio, che gli areca vn molesto dispiacere, ne cio fa per passa tempo, ma, si per consernarsi nel stato, in cui

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gia fù eleuato, dal qual decadendo appo il mondo gli sareb∣be vna immortal infamia; si anco per mantener, se, e la sua fameglia, e come buon cittadino per poter fr l'altri, ho∣nestamente, e ciuilmente viuere.

P.

Parlo del troppo; che molti essendo molto men, che priuata∣mente nati, dindi (iddio sa come, non essendo altro le hu∣mane ricchezze, che vna secreta frode) maisi ritrouan sa∣tij, flinche di serui, e d'vsurarij non diuentan signori, non curandosi punto, de qul verissimo canone, Non remittitur peccatum, nisi restituatur ablatum, ne men pel mondo per∣der il ciclo, ne per l' oro iddio, ne l'anima per la robba; ma auanti che muia il corpo, essendo già per vn vil guadgno venduta l' anima, chetamente, senza verum rimorso quin∣di si partano, sol à cotesto pensiero intenti, che il lor smpi∣terno penare, sia prpetuua gioia à posteri suoi, è sopra la lor perditione la lor bassa famiglia, tra l'alire, conricchez∣ze, e titoli ergendo le corna, palesila fucata fronte.

C.

Auertite signior mio, il giudicio humano essendo cieco, spesso ingannarci.

P.

Non solo co la fauella, ma infatti istessi lo prouate; però certo vi credo.

C.

Oltra di cio, si come proprio è del fuoco, efumo l' ascendere, cosi naturale è dell' huomo, e (se egli non siregola co la ra∣gione) di mai satiarsi, ne tali diffender io intendo, ne men io voglio; ma quelli, che con leciti guadagni honestamente si montengano.

P.

Ma tali, salui l' honesti, doue hoggidi sono nell' Europa? che se vno pur mirando più il cielo, che la terra, seguir vo∣lesse honesto profitto, mai farà casa à due solari, ne men con l'vsure allergara i suoi confini, ma ei più tosto fallendo, tra l'altri sarà tenuto vn babuasso; che non vsando contraponti di frodi, ne lauorando con contramine d'inganni, ogn' vno l' intacchera su'l uiuo, ed al fin l'atterra.

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C.

Proprio è dogn' vno lasciar se stesso, et strettamente essa∣minar l'altrui diffetto, e cotesta è propria marca, e mac∣chia dell hipocrati, ò dell' otiosi, che quando pur l' altri non osseruano, per non ingombrarsi il capo de suoi proprij affari, si danno affatto in preda all'humani piaceri, palesando à ci∣ascheduno hauer ripieno il stomaco di cattiu humori, & il cuor vuoto disperanza di verun celeste bene.

P.

Anzi voi con la continua inquietudine del moltiplicare, di∣mostrate l' ancorà del vostro cuore solamente esser concate∣nata co'l humani interessi.

C.

Pocchi denari, sappiate, ci potrian seruire, ma il permedi∣tare, che oltra à nostrinecessarij, souente si conuien soccorere à vostri superflui et eccessiui bisogni, pompe, e ghiribicci, ci rende nel comprar più scarsi, e nel vender molto più auari; donde ci priuate d' vn ben commune, e dell' interna pace.

P.

Pocchi ah? ne la altiera, donna, ne l'huomo superbo, e vano, aguisa d'hidropico mai spegne la setè, ne aguisa di cisterna, pertugiata maisi riempe.

C.

Come il piacer, cosi la grandezza, commodità, & ho∣nore, venga, ò sia egli vestito come si vogliae, piace ad ogn' vno, ma sinalmente il nostro trafficare, riuscisse in accrescimento di splendore, neruo, e riputatione della republica, ma i vostri piaceri, sceman il tutto: oltra che comencian in piaceri, et in dispiacer finiscano; la lor entrata è col riso, e col pianto, mesta è la lor vscita; come c'è figurato pel la statua di Nabucdonosor del capo d'oro, e piedi di terra; hauendo i vostri diporti vn bel principio, et honorato capo, e più che spesso vn infelice, e dishonorato fine. Credetemi, che pi∣agne sopra di voi, come già piause il saluatore sopra Gierusalemme, che ingannata dalle presenti alle∣grezze, nulla pensaua, ne men preuedeua le sue fu∣ture rouine: donde se alcuna cosa indur vale vn cuor virile al pianto, è il vedere la cecita dell'

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huomo, che non pensi, sola mente finga di pensare, alla coda de vani piaceri, onde in essi si somerge.

P.

E opra più, che leggieri, senza interna virtù, predicar all' altri: so che i terreni diletti a recan vn lauto pranso, & vna amara cena:* 1.1 Anzi sono come Leonida, che à suoi lieto propose,

Vn duro peandio, et vna terribil cena.
Nella mane son freschi, et alla sera secchi; ma pur piacian ad ogn'vno, e spesso tanto caccia il Cittadino, quanto vn gran signore.

C.

Ogni colpa è volontaria, però non ammete iscusa, e se la cuopre l'huomo, la scopre iddio.

P.

Non iscuso il piacer essendo breuissimo, come altresi è la uita, qual con velocissimo corso vien à rincontrare la dura falce dell'implacabil morte, cosi nasciom piangendo, viuiamo in affanni, e con dolor, e lagrime ci partiamo; e per doue, non si sa, ne men si vede.

C.
[ 3] Passan vostri piaceri, e vostre pompe, * 1.2Passan le signorie, passan i regni Ogni cosa mortal tempo interrompe. Che più a' vn giorno è la vita mortale * 1.3Nubilo, breue, freddo, e pien di noia, Che può bella parer, ma nulla vale. Pur qui l'humana speranza e quila gioia, * 1.4Qui miseri mortali alzan la testa E nessunsa, quanto siviua, ò muoia.

Chi à cio pensasse da douero, seruirebbe per vn lucidissimo specchio, nel qual scoprirebbe le miserie humane, gli sa∣rebbe vn timone per condurlo al sicuro porto, et vn effica∣ce paramo che delle vanit à mondane: ma hor io vedo l' hu∣omo ridotto à cotal tepidezza, che le suderte cose re∣putino vn mero, e vano sogno, od ombra, ma li piaceriil corpo.

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P.

Auertite, tutti non corriamo pella medema posta: nulla dime∣no ci fa di mestiri qualche ventaglio, per scacciar la melancolia.

C.

[ 4] Ottimo rimedio parmi, che ci dasse Platone, dicendo a Dio∣nisio,* 1.5 se tu vuoi vincer la tristezza, vatene intorno alle sepoltu∣re, & hauerai vn oportuno rimedio per le tue passioni, che cosi vedrai l'infelicit à dell' huomini, che olira la poluere non possegan altro che fango, e superbia.

P.

Fa pur di mistieri qualche volta respirare.

C.

* 1.6Anzi Cretese scriuendo ad alcuni suoi amici, diceuaagli: fi∣losofate sempre, non respirate, essendo molto meglio il ben viure, che dalla filosofia procede, che il viuere, che si riceue dal respirare.

P.

Egli è vero, nulla dimeuo l'arco, sempre tirato, non puo durare.

C.

Meglio è bene, e poco viuere, che il molto, e male: quindi l'istess Cretese dir soleua à suoi famigiars: Habbiate cura dell' animo, e del corpo, sol quanto è necessario, dell' altre cose, non tanto, non consistendo la felicita nel piacere, che si prende nelle cose esterne, ma nella virtù, che senza esse è perfetta.

P.

Ogni cosa naturale, diletta ogn'vno, tal e'l piacere, quindi piace ad ogn'vno.

C.

In grande errore inciampia chiunque col essempio del commun errore, cerca di diffender il suo proprio nimico, ciòt il peccato, e con aparenti, e mendicate ragioni abellir la sua bruttezza.

P.

Sappiate signore, che ogn'vn, che caccia ò, piglia altro piacer, più souente lo segue per compiacer all' altrui humore, e no'l suo pro∣proprio, pero non è indegno di scusa.

C.

Sappiate esser maggior pazzia, potendo far altrimente, seruir all' altrui leggierezza, che alla sua propria: ma ditemi di che è de vostri figliuoli, come stano, atendano alle medeme virtù, a quali voi atendete?

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P.

Lodato sia iddio stano bene, e sono alla villa.

C.

[ 5] Ne, la villa, ne la città da se han priuilegio, difar l'huomo virtuoso, ne men vitioso, ma dicendo la legge, e prouandosi perisperionza. Quod conuersatio obligat ad mores: il giouenetto pratticando con vani, altresi diuenta vano, se con dotti, dotto, se con politici, politico, se con guerrieri, buonsoldato, con sapienti, sauio, e discreto, se con virtuosi virtuoso; in noi venendo là virtù con l'esercitio, e con l' es∣sempio, e non à caso, come fa il vitio, quindi il Poeta:

* 1.7Non è à caso virtute, anzi bel Arte.

P.

Egli è vero, nulla dimeno non gli manca buon consiglio.

C.

[ 6] L'essempio, e l'opre dan auttorita alla dottrina, e senza com∣paratione alcuna via più eccita, che qual si voglia saggia, & eloquente instruttione; però Christo maledisse la ficcaia vuota de fruti: e copiosa difoglie, & egli stesso trenta ope∣rò, e predicò tre anni, per dimostrarci più esser efficace l' es∣sempio dell'opre, che la fauella.

P.

Pur il parlare, puo ancor giouare.

C.

Signor maiho voluto sottomettermi al matrimonio, per non mi sotto porre al vischio delle sue frodi, ne alle reti de suoi in∣finiti inganni, che prerogatiua hanno souente di trasmutar vn huomo in vn defforme Satiro, et ancor spesso di farlo vn cornetaio; si ancora per non hauer figlinoli, che conos∣cendomi imperfetto, se non gli hauesse nodrito con vn vir∣tuoso essempio, m'haurebbe persuaduto d' esser lor scanda∣lo, e micidiale, douendo il padre esser voce del figlio, non bastando, che egli, ò per altrui mezzol'esorti, ma bisogna, che egli stesso sia voce, cioè che quello, che dice, prima egli faccia, altrimente sarebbe in felice, e più che morta voce.

P.

L'huomo è ragioneuole, però con la ragione, e le parolle an∣cor si lega.

C.

[ 7] Il cuore ode il cuore, et egli solo muoue il cuore, e le parolle, che sole, e nude escano dalla, bocca non

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passano l'orecchie dell' audiente, ne arriuan al cuore, se dal cuor non scaturiscano; ne ardan, se non sian accese; ne es∣sendo accese, consumar non pono la paglia, ne'l fieno: però chiunque, si com é malo, opra male, e ben fauella, nulla frut∣tifica nell' ascoltanti; biasimano l'erroi, dan buon documen∣ti, ma dormano nelle zozzure, cosi non parlando di cuore, fauellan vn nulla.

P.

[ 8] Dubio non è, che chi disputa de vitij, ne perciò li fugge, ne men glifa resistenza, semina il buon seme tra le spine, e colui che sa molte cose, e non l'osserua, si lieua da vna coposa, e lauta cena tutto affamato.* 1.8 Però diceu il testo beui dell' acqua della tua cistern, e dindi da la à popoli, cosi il padre debb prima riceuer la dottrina, & osseruarla, dindi mini∣strarla al figlio: mase io priuo fosse di virtù, come la potrò ministrar à gli altri? però per far in parte il debito mio gli do buoni documenti.

C.

* 1.9Christo due volte satiò con pocchi pani molti migliaia dhuo∣mini, e prima, che lo distribuisse, lo prese nelle mani, per di∣mostrarci il padre, volendo far profitto co la dottrina pane, e nodrimento dell' anima, douer primamente prenderla con le mani, prima oprare, che insegnare a suoi figliuoli; però Dauid inanzi, che dicesse, che insegnarebbe à cattiui la via, dimandò da Dio, vn puro cuore, e in vn retto principale spirito fosse confermato;* 1.10 non altrimente il padre debbe pri∣ma hauer spirito di amaestrar se stesso, poi l' altri: perche la scienza insegna quanto si debbe fare, ma non recca le forze mancando il spirito.

P.

Negar, non posso, che douendo l' opre del padre esser il vero sentiero del figlio, prima con la virtù deue opera. re, e se egli hafede, ha ancor virtù, qual si dimostra nell'opra, certo egli operara: ma solamente fauellando, farâ come i zopi, e stropiati delle gambe, che stando fer∣mi paiano belli, e sani, ma leuandosi, e caminando si fan

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conoscer per quel, che in vero sono: cosi il padre insegnando al figliuol di caminar in su la vita, ciòe di regolar se stesso, indi nel caminar dando essempio di sregolta vita, getta a∣terra il tutto, più mouendo l' oggetto presente, che non fa l'assente: tutto questo conosco esser vero, e lo confesso; ma pur lasciar non posso il piacer, ne men la caccia, forsi per vn mal habito.

C.

Se conosct, la cognitione chiede l'emendatione nell' emen∣dabile, partorir in voi debbe vn zelo di non ammacchiarl prole col essempio inuitar l' altri, comnciando (come sete) il posce putir dal capo.

P.

Ese corregger io non mi posso?

C.

Se hauete senno, e ragione, et il voler libero, vi deue rafre∣nar il detto di S. Basilio: Magis necessarijs, magis est at∣tendendum; che in vero vn padre di famiglia, non cu∣randosi de necessarij affarri della sua famiglia, ò s' egli fosse persona publica, non del ben commune, ne de necessitosi par∣ticolari bisogni per attendere à suoi passa tempi, non solo di diuina & humana punitione, ma come ingrato à Dio degno è (voglio dire) di perpetua infamia.

P.

Bisogna pur (come vi dissi) qualche volta ristorarsi?

C.

Ogni simile ama il suo simile, vn cuore, e nobil spirito altresi ama cose nobili, et aroscirà di prestar orecchie alle basse Si∣rene, penetrando assai bene, che chi più lo loda, via pi l'inganna, e se ingannato non l'ha, lo vuol ingannare.

P.
Io vorrei far diffesa, e non ho armi; Quel ch'fo, veggio, e non m'inganna il vero, Io conosco il fallo, e non lo scuso; * 1.11Io veggio il meglio, & alpeggiar m' appiglio.
C.

L'huomo di sna Natura libero, non può esser tirato contra sua voglia, ese dice il Guirino, Che la libertà, è vn don del cielo, Che non fa forza à chi riceue forza: aice anco il

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testo, trahit volentem, sforza quello che vuole, non perche propriamente sforza, ma perche Dio vsa cotanti mezzi per saluarci, che la volontà dall'vso, e senso corrota seguita la gratia, e camina conforme al spirito, tutta via libera∣menta opra: ma circa al nostro intento, il tutto sta in non acconsentire alli assalti di primi pensieri, quali sonente senza veruna ragione vengano, & occupano l'otiosa mente, ò si sono proposti da gente, che fauella à caso, ne in noi più po∣tendo il senno, che la ragione, non auertiamo esser falso ogni parere, che si ricea dalla volontà, prima che non sia essa∣minato dall' intelletto.

P.

Confesso cotesto esser il scoglio d'ogni nostro errore, ma qui sta il punto, se non ci vado, sto incheto, e tutto mi crucio.

C.

* 1.12Chi s'arma di Virtû, vince ogni effetto, dunche ciò prouien dalla virtù che manca, che chi si netta il cuore dalle vanità del mondo, e sozzure del snso, sar cheto: ne sarà turbato da pensieri chi ha virtù di cacciarli, quali non cacciando, da essi vien cacciato, e come inquieto bisogna altresi che se stesso caccia, e se cacciando altresi l'altri caccia, ma più virtuoso sarebbe col spirito dal cuor cacciarle vanità, che ne boschi cacciarle fiere.

P.
Voi dite il vero, pur non ci vedo rimedio, * 1.13Che è per la costanza mia fatto vn costume.
C.

[ 10] Inquieto è ogn' vno, che non cerca Iddio, qual sol puo ache∣tar, però sol vnico rimedio è, attender à Dio di puro, e non simulato cuore: che se voi bramate ricchezze, egli è sola∣mente ricco, se salute, da lui depende, se pace, è re di essa: se honore, vero honore solamente ottiene, chi è suo vero amico: se piacere, fuora di esso, ogni piacere è vano: se gloria ei è signor di essa: ma qui sta il punto, che da douero non si cerca Iddio, ma sol per aparenza, pero scopre Iddio la nostra hipocrisia, & il diffetto interno, quando l'huomo non puote achetaresi, ma solamente attende à continuo piacere,

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proprio interesse, e mondana ragione quanto apartiene alla verità del spirito, si lascia per antipasto à poueri, e à sciolta briglia si segue, il mondo e la carne, e l'vno, e l'altro la morte alfin accoglie, ma cosi passando il negotio, in qual guisa, di∣temi per cortesia, passasti i giorni cosi caldi, che à pensarci mi rissoluo in sudore.

P.

Parte, cacciando le fiere, e in parte l'vccelli.

C.

[ 11] O Dio? che tedioso, faticoso, e periculoso diporto è quello?

P.

Quanto più faticoso, tanto più virtuoso, che come disse il Guirino.

* 1.14Non è sana ogni gioia, Ne mal ciò, che v' annoia: Quel è ver gioire, Che nasce da Virtu dopò il soffrite.
C.

Non dalla fatica, ma dall' eccelenza del sine si misura l'opra.

P.

Se egli è come voi, dite; da maggior guadagno scatorendo maggior ricchezza, e da maggior richezza maggior felici∣tade, e non essendo nulla più desiderabile d'essa felicitade, ni∣ente sarà più desiderabile, ne altresi più eccelente del gua∣dagno, qual tanto voi bramate; ma non essendo tali ponti per me, in cio, à più dotti io mi rimetto.

C.

Douunque all'vtile precede l'honesto, chi otterà maggior guadagno, via più sarà felice; ma finalmente più astuta∣mente, che dottamente rispondesti, non potendosi tra le frondose querci conuersar tra morti.

P.

Istudio ricerca quiete.

C.

E più della mente, qual vien distratta dall' agitation del corpo, quindi procede, (se io non erro) che la maggior parte di noi cotanto pocchi attenda à studij, e pocchissimi in esso fan qualche profitto, e qualche volta quei pocchi son rari.

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P.
Risponderoui a piu bel aggio. Che * 1.15Sempre di verità non è conuinto Che di parolle è vinto.
C.
La colpa non ricchiede iscusa, ma sol emenda, e doue * 1.16Il fatto accusa, ogni difesa offende.
P.

Iddio per sua bontà c' illumini, e ci doni il suo spirito, co la vertù del quale fuggendo il mondo, come suoi veri figli, tendiamo al cielo.

Notes

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