P.
Iscusatemi, non lo diuise Iddio, per esser il mondo, nel di∣uin conspetio, cosi vile, che spesso con più larga mano (dice S. Agosti) ne permette a suoi nemici, e à li più indeg∣ni.
A.
Ditte più tosto, che chente Dio ha creato, essendo buono, non ne concede à poueri, che son cattiui.
P.
Se quelli cattiui, cotesti son peggiori.
A.
Parendomi questo esser noccho duro da rodere, maggior tempo ha bis••gno tantà lite, ma ditemi, qual dimandate o∣tios••?
P.
Quell••, che mal vsando li beni della fortuna, anzi d' Iddio, nulla pensan, ne opran di bene, ma la vita lor passen in piace••s, ed ••tio, foccina, bottega, incudine, martello, in∣stromento, ma••stro, & a••tefice di qual si voglia errore, ini∣mico dell' ani••na, e ancor di Dio, e manifesta rouina d'ogni presente, e futuro bene.
A.
Cotesto parmi Christo hauerci dimostrato, narrandoci che m••n••re dormina il ricco, venne l' inimic••, e seminò tra il grano la zizania.
P.
[ 17] Se peraliro rispetto l' otioso non meritasse infamia, lo me∣rità, da questo, al dir di Hesiodoro, e come per esperienza si vede, nascendo l' infelice, e miserabil stato di mendicare, quindi il Sauio, Vir piger in egestate est, l' otioso, e pigro, è necess••oso.
A.
P••o nulla dimeno, non per causa di dissoluta vita, ma, ò per infirmita, o per altrasci••gura souente qualcheduno cle∣mosinare.
P.
Rade volte vedrete l'honesto esser mendico, dicendo il Re∣gal Prof••tta, Nunquam vidi iustum derelictum, nec se∣men eius querens panem; e se pur Dio permetesse quel∣lo, che ne la sua giouentù, ne i bem otiosamente e vitiosa∣mente ha consumato, hor esser ridotto a mise••ia, infamia non è la sua, ma ••el Christianesimo, che come Lupo coperto di pelle d' Agnello, spesse fiate di niente altro non si cura, che del proprio interesse, e di vanamente satollar se stesso.
A.
E pur la vertù non in se, ma in ••lirui risplende.
P.
Ʋoi motegiate del vero, che se la fede viue, spiracol opra.