Florio his firste fruites which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published.

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Title
Florio his firste fruites which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published.
Author
Florio, John, 1553?-1625.
Publication
[London] :: Imprinted at the three Cranes in the Vintree, by Thomas Dawson, for Thomas Woodcocke,
[1578]
Rights/Permissions

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Subject terms
Italian language -- Textbooks for foreign speakers -- English.
Italian language -- Conversation and phrase books -- English.
Proverbs.
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http://name.umdl.umich.edu/A00990.0001.001
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"Florio his firste fruites which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published." In the digital collection Early English Books Online. https://name.umdl.umich.edu/A00990.0001.001. University of Michigan Library Digital Collections. Accessed June 17, 2024.

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IL detto Autore parlando di Belta.

L' huomo molto bello, altro non é senon vn' ombra di don∣na: & la donna molto brut∣ta, altro non é, che vna bestia di Montagna. Noi che siamo Cristiani, dobiamo

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stimar poco la belt a corpora∣le: poi che da quella piu vol∣te nasce la bruttura dell' a∣nima: sotto la ghiaccia Cri∣stalina, sta il fango pericolo∣so: dentro la mar aglia lauo∣rata, si nutrisce il mala detto Serpe: dentro dal dente bi∣anco, rode il tarlo importuno: ad vn panno molto fino, la tarme fa maggior straccio, & il verme piu noce all' ar∣bore fruttifero. Lui vuole inferire, che sotto i corpi bel∣li, & le fac cie di vago aspet∣to, si nascondono horribil vi∣tij, per certo i gioueni poco prudenti, & alquanto leg∣gieri, la buona dispositione, & la belta del corpo altro non é che la madre de molti vitij, et la rouina di tutte le virtu. O cecita mundana, O vita che non viue, O morte che non mai ha fine: io non so per qual ragione alcuno huomo ardisce di vanagloriarsi di questa belta vana, sapendo che non é che la forma per empir la sepoltura, et che tut∣ta la delicatezza de suoi mē∣bri, ha da esser in poter de gli afamati serui. Par mi veramente, che quantunque i Cipressi siano molto dritti,

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i Lauri molto belli, i Platani molto ombrosi, i Cedri mol∣to alti, i Ginepri molto odo∣riferi, gli, Olmi molto grandi, & ventosi: Non per cio sono questi albert, de gli altri piu belli. Per questa compara∣tione voglio dire, che quan∣tunque vn' huomo generoso sia molio dritto di corpo, di alto lenaggio, molto ombroso de fauori, molto bello di fac∣cia, molto odorifero per fa∣ma, molto alto di sangue, molto potente nella republi∣ca, egli non percio é di migli∣or vita. Se non m' ing anno sotto il faggio seccho, si con∣seruano gli animali grossi, l' albero nano è il primo a dare il frutto: tra le pungenti spi∣ne, nascono le Rose odorife∣re: il Castagno inrizzato ne da le Castagne saporite. Vo∣glio dire, che gli huomini brutti & piccoli alle volte sono piu vtili nella republi∣ca, perche faccie picciole et brune, sono inditio de cuori valorosi. O prencipi pieni di follia, O arditi figlioli di vanita, non vi pensate, che tutta la vostra pazzia sta sogetta all' opilatione del pol∣mone, al caldo del fegato, al'

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dolore dello stomacho, all' enfiature de i piedi, a i mo∣uimenti del Cielo, alle con∣giontioni della Luna, all' Eclissi del Sole, alla noiosa Estate, all' importuno in∣uerno: Non vedete che so∣lamente vna febre, non solo lieua la belta, ma anchora fa venire la faccia scolorita, vedo certi (senza ingegno) che vogliono che tutto il cor∣po sia lampeggiante, la roba monda. il saio netto, il letto ben fatto, la tauola delicata, i vasi ricchi, & solamente consentono, che la trista a∣nima sia sozza: sono ardito a dire, & da Christiano posso afermare, che chi vuol tener monda la cosa, la qual fce l' huomo: & consente, che sia sozza l' anima, la quale fece Iddio. Questo gli au∣uiene, o perche manca di gi∣uditio, o perche abonda di pazzia: vorrei sapere quale eccelentia hanno coloro, che sono dottati di belta, piu che chi ne sono mancati? forse che l' huomo bello ha due a∣nime, & il brutto vna so∣la: forse che i belli sono sa∣uij, & i brutti ignoranti: forse che i belli sono sani,

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& i brutti infermi: forse, che i belli sono gagliardi, & i brutti cotardi: perauen∣tura che i belli sono bene a∣uenturati, & i brutti sgra∣tiati: forse, che solamente i belli sono essenti da i vitij, & i brutti sono priuati di virtu: forse, che solamente i belli hanno per patrimonio perpetuo la vita, & i brutti ad habitare nelle sepolture: Io dico di no: nō vediamo noi ogni giorno, che la bruttura é fatta bella con virtu, et la be∣leza fatta brutta con vitij.

Se bene vn giouine fusse cosi bel∣lo, & di cosi bella dispositione che tutti cibino i suoi occhi a mirarlo, & sipieghino i cu∣ori adamarlo: Che diremo, quando ci abattiamo (in que∣sta fiorita eta) che nell' ab∣bero hieri staua sana, & bel∣la, & intiera, senza sospet∣to alcuno, che si potesse per∣dere, & che poi vien vn cal∣do, & l' abrucia, vn vento importuno di vna tribulati∣one la torce, il coltello inmi∣co l' accorcia, le Api di non pensati casi la consumano, l' aqua della tribulatione la desfa, il caldo de la persecu∣tione la consuma: & final∣mente,

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il uerme de la corta vita la arde & guasta, & pei il putrido de la morte, la getta a terra. O vita hu∣mana, che sempre sei sgrati∣ata, mi marauiglio come non prendi sospetto, & ricordar∣ti che la tua belta è sottopo∣fra alla sepoltura? Non ve∣di tu che gli alberi che sono ne gli giardim, dalla varteta de i frut ti, si conosce la loro di∣ferenza, cioé, la quercia dalle sue giande, la palma a i datoli, il Platano alle fo∣glie, la Vite alle Grappe, il Castagno, alle castagne, ma quando si secca la radice, si taglia il troncone, i quai git∣tati nel suoco, tornano in ce∣nere. Dimando, se alcuno in esse cenere conoscera qual fusse la diferentia da vn al∣bero all' altro? Per questa comparatione voglio dire, che tra tanto che la vita di questa morte, o la morte di questa vita, ci viene a troua∣re, siamo tutti come alberi nel giardino: de i quali vno si conosce a le radice de suoi passati fatti l' altro alle fo∣glie delle sue parole, quello a i rami de i suoi fauori, quell' altro a i frutti delle sue ri∣chezze,

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altri alla sua scor∣za brutta, & altri ne fiori di esser belli, altri per esser picioli come nani, altri per esser grandi come giganti, altri essendo secchi come vec∣chi, altri per esser verdi co∣me gioueni, altri per esser fruttiferi come ricchi, altri sterili come poueri: finalmē∣te, siamo tutti vna cosa simi∣le, & caminiamo tutti alla sepoltura, & come siamo fu∣ori di questo mondo, qual di∣ferentia sara tra i belli & i brutti? Certo nessuna. Non vedete che quantunque il Cedro sia alto & bello, non percio ha il suo carbone piu bianco, & benche la quercia sia picciola & brutta, non percio é piu nera la sua ce∣nere, tanta diferenzia ci sa∣ra tra le ossa di vn prencipe, & quelle di vn pouero. O huomo senza inteletto, non sai tu, che Iddio ti creo ac∣cio tu morissi? tuo padre ti genero accio che tu moris∣si? tua madre ti partori, per morire? & tu sei nato di donna, per morire? & final∣nalmente, tu viui, per mori∣re: & pur non voi sentire no∣minar morte. Certamente

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l' huomo giouine é come vn coltello mozzo, il quale in processo di tempo, si guasta nel taglio de i sentimenti, l' altro di si spunta nel giudi∣cio, hoggi perde l' aciale del∣le forze, domatina lo pi∣glia la rugine dell' infirmitá, hora lo torce con le auersi∣tá, horra intoppa nella pros∣peritá: quando é molto acu∣to di taglio per esser ricco, se ne va saltando: quando é molto grosso di taglio, non taglia per pouertá: equanto piu il coltello é tagliente, in tanto piu pericolo mette la vita dell' huomo▪ Non é co∣sa spauenteuole, a pensarui sopra, a veder certi braui, belli gioueni, in poco di tem∣po si gli muta la belta in brut∣tura, si gli muta la propor∣tione della bocca, si perde il lustro della faccia, la barba negra diuenta bianca, il ca∣po nero si muta in caluo, le mascielle si fanno crespe, le nuuole ciecano gli occhi, co∣me fusse vna cortina auanti a quelli, i denti come auorio bianchi si fan neri, la got∣ta a i pie leggteri mette i ceppi, l' Apoplesia di spa∣simo a i brazzi galanti,

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