Florio his firste fruites which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published.

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Florio his firste fruites which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published.
Author
Florio, John, 1553?-1625.
Publication
[London] :: Imprinted at the three Cranes in the Vintree, by Thomas Dawson, for Thomas Woodcocke,
[1578]
Rights/Permissions

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Subject terms
Italian language -- Textbooks for foreign speakers -- English.
Italian language -- Conversation and phrase books -- English.
Proverbs.
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"Florio his firste fruites which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published." In the digital collection Early English Books Online. https://name.umdl.umich.edu/A00990.0001.001. University of Michigan Library Digital Collections. Accessed June 17, 2024.

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BEn trouato signor mio, io sono tornato da voi, per pregar vi, che mi vogliate dir

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qualcosa questa matina, voi mi hauete tanto ben conpia∣ciuto a parlarmi di Fortuna, che hora sono ritornato da vot per vdirui.

Certo che hora voi mi burlate.

Io non fo certo, credet emi.

E de che cosa volete che io ra∣gioni? io non so quasi de che ragionare, io vorria che io fusse nel mio paese.

Dunque voi non sete Ingle∣se.

Signor no, io sono Italiano.

Quanto tempo sete stato qui in questo regno?

Io sono stato qui circa vn anno.

Come hauete fatto a imparare aparlar Ingle se cosi presto?

Io ho imparato Inglese, leggen∣do.

Si puo imparare vna lingua leggendo cosi presto?

Signor si, che si puo imparare.

Certo io non lo harei pensato, che vi pare di questa lingua Inglese, ditemi di gratia.

E vn lingua che vi fara bene in Inghilterra, ma passate Do∣uer, la non val niente.

Dunque non è praticata fori in altri paesi?

Signor no, con chi volete che parlino?

Con i mercanti Inglesi.

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Imercanti Inglesi quando sono fuori D'inghilcerra, non gli piace a loro medesimi, et non la parlano.

Ma par cho vi pare de la lm∣gua? è ella gallante e gentile, o pur al contrario?

Certo se mi volete credere a me, la non mi piace, perche è vna lingua confusa, repezata da molte altre lingue: lei piglia molte parole dal Latino, & piu dal Franzese, & piu dal Italiano, & assai piu dal to∣desco, & anche sene piglia dal Greco, & dal Bri∣tanno, tanto che se sirendes∣se a ogni lingua le sue parole, poche ne resterebbono per gli Inglesi, & pure ogni gior∣no se ne gli agiunge.

Come é possibile questa cosa?

E vero, et verissimo.

Certo io non lo har ei mai credu∣to.

Fatene l'sperientia, togliete vn libro, e leggete, & auuertite bene, che non leggerete qua∣tro parole insieme di viro In∣glese.

E che vi pare di questo pae∣se?

Il paese mi piace benissimo.

Che vi pare de la gente? ditemi la vostra opinione.

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La gente é qua, come in altri luoghi, ce ne di buona, & di cattiua.

Che vi pare de gli costumi de gli Inglesi? ditemi di gra∣tia.

Io vi diro, alcuni sono bene co∣stumati, ma molti male.

Ʋerso chi sono mal costuma∣ti?

Ʋerso i Straniedi, & pochi di questi Inglesi si dilettano di far imparar lingue a i suoi fi∣glioli, la qual cosa mi dispi∣ace. Io quando ariuai in Lō∣dra, nō sapendo parlar Ingle∣se, scontrai piu di cinque cen∣to persone, manzi che io sa∣sapessi trouar vno, che mi sa∣pesse dre in Italiano o Fran∣zese, doue che staua la Po∣sta.

E che cosa voresti che loro fa∣cessero? imparare lingue?

Signor si, & aleuare i loro fig lio∣li bene, & insegnarli a legge∣re, scriuere, & parlar diuer∣se lingue, & non far come fanno corti de questi gentil∣huomini Inglesi, che io co∣nosco.

E che cosa fanno loro?

Io vedo certi Gentilhuomini, piu tosto villani, a dir la veri∣ta, che cominciano a imparar

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Italiano, Franzese, & Spa∣gnolo, & come hanno due parole di Spagnolo, tre paro∣le di Franzess, quatro di I∣taliano, pensano di hauer as∣sa, non vogliono studiar piu.

Pensate che sia possibile che vn Inglese, possa imparar la lin∣gua Italiana, et vn Italiano, imparar la lingua Inglese?

Signor si, che é possibile.

In quanto tempo, pensate?

Secōdo che lui è solecito, io ho co nosciuto quelli che hāno im∣parato Italiano in tre mesi.

E che profitto ne riesce a quelli che sanno leggere, scriuere, & parlare molti linguaggi? io non so.

Come? il profitto che ne riesce, è grandissimo.

Io non lo truouo cosi: io leggo, scriuo, e parlo tre o quatro lingue, & si non trouo profit∣to nessuno io.

Io diro come diceua Alfonso Re di Aragona, essendo malato.

E che cosa diceua lui?

Alfonso Re di Aragona essendo malato, in Capua, si diede a leggere le opere di Tito Li∣uio, & di Quinto Curtio: & essendo guarito della sua ma∣latia, soleua dire, che quando

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lui era malato, nō trouaua la miglior medicina, che il leg∣gere Q. Curtio, essendo pen∣soso, nō trouaua miglior mu∣sica, che il leggere Tito Li∣uio: Augusto Cesare non vo∣leua mai essere senza Virgi∣lio in mano: Alessandro ma∣gno non poteua riposare sen∣zale Iiliade di Homero mā∣zi gli occhij: Felice si teneua Pompeo, quando haueua Ci∣cerone in seno: alegro era Scipione, quādo leggeua En∣neo: Giocondo era L'impe∣rator Gratiano, quando leg∣geua le Poesie di Ausonio. Certo mi bisogna dire cō Al∣fonso, che il leggere e la mi∣glior medicina per vn mala∣to, la miglior musica per vn dolente, la miglior alegreza per vn pensoso, il miglior con∣sig lio per vn desperato, il mi∣glior conforto per l' afflitto, la miglior consolatione per vn infermo, la miglior dotrina per vn ignorante, la miglior sapientia per vn pazzo, i mi∣glior essortamenti, & le mi∣glior amonitione che siano per i gioueni. Leggendo si impara molte cose: chi vuol hauer buon consiglio, leggi: chi vuol vedere & sentir

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cose strane, leggi: legendo si ha boni auertimenti, leggen∣do si impara a conoscere il ben dal male, la virtudal vi∣tio, & si come l'aue piglia di va herba, gomma, d'un'al∣tra cera, d'un'altra il mele, cosi leggendo diuersi libri, s'impara diuerse cose, leggen∣do Retorica, s'impara a per∣suadere, leggendo Dialetti∣ca, s'impara a conoscere la ragione dal torto, leggendo Filosophia, s'impara i secreti di natura, leggendo Teologi∣a, s'impara a che modo l'hu∣omo ha da gouernarfi, per ot∣tener vita eterna, leggendo historie, vederai come tanti e tanti regni sono stati gouer∣nati: e come dice Cicerone in laude di historia, Historia dice lui, si é la testimonianza del tempo, la luce de la veri∣ta, la vita di memoria, la gui da del tempo, la messagiera di antiquita. Finalmente, leggendo Historie, si vede quanto tempo i potenti Im∣peratori, i grandi Re, le fa mose republiche, le populate citta habbino fiorito, noi ve∣diamo come il tempo fugge, et se non fusse per li Scrittori che sono stati, tutte queste

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cose non si saperebbono come si sanno, & se non fusse per gli historij, & per gli scritto∣ri che sono stati, come si sa∣perebbono tante cose? E come dice Salustio, quando che e∣sorta ogniuno a leggere, & a laudar i Scrittori, dice lui, che la miglior consolatione per vn afflitto, si é il leggere, la miglior liberta per vn pri∣gionero, & il miglior cōforto che sia per vno malinconico, si é il leggere. Dice oltre de gli scrittori, che coloro che fe∣cero opere famose, non meri∣torono si gran fama in farle, come fecero gli scrittori in scriuerle in altre stile: come sarebbe famoso il magno A∣lessandro, se non hauesse di lui scritto Q. Curtio? Che sarebbe Vlisse, & Achille, se Homero non nasceua? che sarebbe Alcibiade, se Xeno∣fonte non lo hauesse agradi∣to? che Ciro, se Chilo non ha∣uesse fatto mentione di lui ne le sue opere? che Pirro Re di Albania, se Hermicle non hauesse composto di lui vna Cronica? che sarbbe stato il grande Asricano, se nō erano le Deche di Liuio? che Tra∣iano, se Plutarco non fusse

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gli stato cosiamico? che sa∣rebbe di Nerua, & di Anto∣nio Pio, se non hauesse scrit∣to di loro Focione Greco? che saperessimo noi del gran∣a ardire di Giulio Cesare, & della grandeza di Pompeto, se Lucano non ne hauesse scritto? chi saperebbe le vite de i dodeci Cesari, se Sueto∣nio Tranquillo non ne faceua vn libro? che saperesimo noi circale antiquita de gli He∣brei, se il volentissimo Giose∣so nō ne hauesse lasciato me∣moria? chi saperebbe il veni∣re de i Longobardi in Italia, se non ne seriueua Paolo Di∣acono? Come saperessimo il venire, & il progresso de Go∣thi in Spagna, se non ne par∣laua il Curioso Roderico? chi saperebbe gli Andamen∣ti di Aenea, se Ʋirgilio non hauesse composto di lui? come si saperebbe tanti documenti morali, con tāte belle Poesie, con gli inamormenti, & trās∣formatione de gli Dei, se il dotto Ouidio non hauesse tol∣to sigran fatica sopra di se? come sarebbe cost manifesta la vita di Marco Aurelio, et come lui fu marito di Fausti∣na, padre di Comodo, fra∣tello

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di Annio Vero, genero di Antonio Pio, Amico di Polione, Zio di Egesipo, & decimo settimo Imperator di Roma, se Erodiano non lo ha∣uesse amato, Giulio Capitoli∣no honorato, & Eutropio scritto di lui? Chi saperebbe le cortesie di Leone a Rugi∣ero? gli amori di Rugiero & Bradamāte? le guerre di A∣gramante & Carolo? i Du∣elli di Rodomonte & Man∣dricardo? i combattimenti di Feraw & Rinaldo? le gran∣d'imprese di Guidon Seluag∣gio? le audacita di Marfisa? gli inamoramenti di Orlan∣do & Angelica, se il nostro gentil, dotto, gallante, & de∣gno Poeta Lodouico Ariosto non ne hauesse composto vn libro? Finalmente, come si sa∣perebbe il parto de la vergi∣ne, il nascimento di Giesu Christo nostro Saluatore, la sua passione sotto Pontio, co∣me pati morte su la Croce, come lui fu sepolto, come lui vesuscito il terzo giorno, co∣me siede alla destra di Dio padre onnipotente, & co∣me verra di la, a giudicar i viui & i morti? chi sa∣perebbe come lui hebbe

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dodcci discipoli? & come v∣no di essi lo tradi? qualle fu∣rono le opere, & gli atti de gli Apostoli? qual fu la mor∣te di Giouan atista, di san Paulo, di san Pietro, & del traditor Giuda? come sape∣ressimo in che consiste tutta la nostra salute? come Iddio ci ha creat, Giesu Christo ricomperati, & il spirito san∣to santiscati? come si sape∣rebbono queste cose, se gli quatro Euangelisti non ne hauessero scritto tanto? Di∣ce Salustio, la memoria de gli scrittori durera in eter∣no, perche ne tempo puo con∣sumare, ne Fortuna destrug∣gere la loro fama. Come sa∣peressimo noi, se non fusse per gli Scrittori & Histori∣cij? che Ligurgo fu quello che diede legge a gli Laccde∣monij? come Numa Pom∣pilio honoro i Tempy? come Marco Marcello pianse la fortuna di coloro che erano stati vinti da lui? come Gi∣ulio Cesare peraono a suoi nimici? come Ottauiano fu amato dai suoi popoli? come Seuero giouata a tutti? co∣me Hettor Troiano era ani∣moso uel guerragiare? come

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Hercole Tebano vso le sue forze? come Pirro Re di Al∣bania, su inuentor de tante cose ingegniose? come Mar∣co Regulo soferse tanti tor∣menti? come Tito fu padre de gli Orfani? come Traia∣no fabrico tanti edificij? & fu tenuto il buono? Adriano il sauio? Antonio il pietoso? come Semiramis pecco con suo figliolo carnalmente, & fu poi da lui vccisa? come Tarquinio forzo Lucretia? come Bruto amazzo Cesa∣re? come Silla sparse tanto sangue? come Catilina tira∣neggio spora la sua patria? Come Giugurto amazzo i proprij fratelli? come Caligu∣la violo le sorolle? come Ne∣rone vccise la madre? come Heliogaballo rubbo i Tem∣pij? come Domitiano faceua amazzar la sua gente da gē∣te aliena, & lui amazzaua mosche? come saperessimo noi se non fusse per gli Scrittori? come desiderio di fama mosse Mino a soleuar tante guer∣re? & Semiramis sua moglie a far tanti edificiij? Ʋlisse il Greco a nauig ar tanti mari? Alessandro Magno a an∣dar per tanti paesi? Hercole

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Tebano a porre le sue colon∣ne, et doue le pose? Caio Ce∣sare Romano di far cin∣quanta due bataglie? Han∣nibal Cartaginese a far si cruda guerra contra Roma∣ni? Pirro Re di Albania, di venire in Italia? Attilla Re de gli Hunni a guerreg∣giare per tutta Europa? Tut∣te queste cose sapiamo, mer∣ce i Scrittori, che ci hanno amato, & noi non amiamo loro. Come saperessimo noi, se non susse stato per Scritto∣ri, come Eua fu la prima peccatrice? Cain il primo micidiale? Abel il primo che mori? Lamec il primo che hebbe due moglie; Enoc il primo che fondasse citta? Tubalcaim il primo Musico? Noe il primo che nauigo? Nembroth il primo tiranno? Melchisedec il primo Sacer∣dote? Anrafel il primo Re del mondo? Moise il primo Duca? Giulio Cesare il pri∣mo Imperatore? Belo il pri∣mo che trouo guerre? Assi∣ria la prima Monarchia? Cadorlaomor il primo che trouo il fatto di arme? Romo∣lo il primo Re de Romani? Egineta il primo che fece

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far moneta? Dario il primo che si fece pagar tributo? I Scitiani i primi che trouaro∣no archi e freze? Vulcano il primo che trouo fuoco? A∣nacarse che trouo Mantise por soppiarlo? Hipocrate il primo medico? Aesculapio il primo Cirugico? Aristeo il primo che trouo il mele? I Lidiani furono i primi a tinger lana? quelli de Egit∣to trouorono l'uso del Lino: quelli di Frigia a cucire con aghi: quelli di Hetruria i primi a tescere: Dionisio il primo che trouo vittorie & triumfi: Moise il primo che trouo lettere fra gli Hebrei? Fidia fu il primo Pittore. De tutte queste cose saressimo ignoranti, se non fussero stati i Scrittori. Merce a loro, si sa come Hierusalem fu la prima Citta di tutta Pale∣stina, Roma fu il capo di I∣talia, & fu chiamata capus mundi, ma non é cosi, Carta∣gine fu capo di Africa: Nu∣mantia di Spagna: Argen∣tina di Alemagna: Babylo∣nia di Caldea: Tebe di Egit∣to: Attenne di Grecia: Tiro di Fenicia: Cesarea di Cap∣padocia: Bizantio di Tracia.

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Alesso sono Londra di In∣ghilterra, Parigi di Francia, Venetia di Italia, Augusta di Alemagna, Constantino∣poli di Turchia, Vienna di Austria, Praga di Boemi∣a, Buda di Ʋagheria, Lis∣bonain Portugallo, Siuiglia in Spagna, Edenberga in Scotia, Duuelina in Irlan∣da, Anuersa del paese basso, Vrbino di Piemonte, Ma∣rocco di Barberia, so non fusse per gli Historici? come saperessimo noi, qual fu la ambition di Cesare? la ebri∣eta di Tiberio? la superbia di Caligula? la crudelta di Nerone? la vita vitiosa di Heliogaballo? la pieta di Traiano? la inuidia di A∣lessadro? la belezza di Nar∣cisso? la sapientia di Salomo∣ne? le fortezze di Hercole, & di Hettore? la auaritia di Ciro? la liberalita di Pom∣peio? la amicitia tra Damo∣ne & Pitia? la filosofia di A∣ristotile? la dottrina di Cato∣ne? la eloquentia di Tullio? le richezze di Cresso? la pa∣tientia di Adrasto? la velo∣cita di Atalanta? la vechie∣za di Nestore? la astutia di Ʋlisse? la obedientia di A∣braham?

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la cupidita di Mi∣da? la malitia di Hannibale? la dissimulati ne di Zopiro? la adulatione di Aristrippo? la memoria di Mitridate, & la constantia di Penclope? Nessaa di queste cose sa∣rebbono cosi in bocca ca o∣gniuno, se non fussero stati i Scrittori? i quali sono degni da esser honorati. Se non fusse per Scrittori, non ci sa∣rebbe timor di Dio, ne Leg∣ge, ne ordine: ogniuno viue∣rebbe al suo modo. Leggen∣do si vede la diuersita de le cose, la bonta d'una sorte, la maluagita del' altra, si impa∣para a conoscere il bene dal male. Perche come dice il po∣eta: Non ci è luce senza te∣nebre, non ci è virtu senza vitio, non ci é ombra sen∣za corpo, non ci é comodi∣ta senza discomodita. Leg∣gendo si impara a esser elo∣quente, & essendo eloquente, molte & innumerabile sono le comodita che ne riescono. Eloquontia ha sorza di far il codardo coragioso, il tiran∣no cortese, & misericordi∣oso: Eloquentia persuade i boni, dissuade i cattiui, conforta l'aflitto, bandisce

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paura dal timido, pacifica gli insolenti: e come dice Ci∣cerone, vince citta, regni, e castelli con la sua forza. Eloquentia in aduersita, si e vn solazzo, in prosperita vn ornamento, in giouentu laudabile, in vechieza dilet∣teuole, in tutti gli stati pro∣fitteuole, fa bene a tutti, da∣noia nessuno. Pirro quel gran Re di Albania soleua dire, che guadagna piu cit∣ta, vinceua piu regni con la eloquentia di Cinea, che non faceua con tutti i suoi eserciti. Guarda se eloquen∣tia é di gran forza, ecome la potiamo imparare senza let∣tere? Non é possibile. Ditemi di gratia, se non fussero stati tanti e tanti Dottori, Filo∣sofi, et Scrittori, che si han∣no afaticato giorno et notte, in studiare per lasciar me∣moria di se, & per darci da imparare a noi, come sa∣peressimo noi, che cosa sia il culto di Dio? Saressimo sen∣za intelletto, come animali brutti: noi non penseressimo mai a Dio per seruirlo, ne de la sua gloria, per obedirlo, ne de i poueri, per socorerli, ne de la nostra vita, per

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emendar la: ne de la nostra conscientia, per illustrar la, ma con l'a••••to de i libri, im∣pariamo a seruir Dio, impa∣riamo a obedir la sua glo∣ria, impariamo a soccorer i poueri, (ma pochi lo fanno) impariamo a emendar la no∣stra vita, & illustrar le no∣stre conscientie, per dotrina de i libri: impariamo a sa∣per, come Dio, di terra ci ha creati alla sua imagine, co∣me Giesu Christo ci haris∣cossi con il suo pretioso san∣gue, sparsi per i nostri pecca∣ti: come il spirito santo ci ha glorificati: come Iddio il padre, Iddio il figliolo, & Iddio lo spirito santo, sono tre in vno, & vno in tre, & che non ci é altro mezo, ne altra via per ottener vi∣ta eterna, che per esso tre, & per loro vno: a la qual vita eterna, Iddio per la sua gratia ci voglia condure. Amen.

Certo gran conto habbiamo noi da fare de gli Scrittori an∣tichi, gia non voglio laudar∣li tutti, perche ce ne sono molti an che assai, che scri∣uono piu che il douere. Per∣che come ogni cosa e corotta

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〈…〉〈…〉 manro da esser 〈◊〉〈◊〉 ma di quello ne las∣so il 〈◊〉〈◊〉 a quelli che han∣•••••••• torita di correggere & c•••••• dare ogni cosa. Et cosi per quanto ho de tto, & sono per dire, possono comprende∣rea Letteri, quanto si debba a gli Historii, i quali al mio parere, la sciarono di se glo∣ria immortale, per quello che scrissero, si come quelli prencipi furono gloriosi, per quello che fecero, gli studi∣osi Scrittori hanno poco sti∣mato i gran trauagli che hanno sofeto nel leggere, studiare, & scriuere. Non ostante, sapendo come sem∣pre vi furono, sono, & credo, saranno certi nasuti, mal costumati, & per dir meglio, inuidiosi, che quando gli Scrittori passano per le fati∣che, loro vanno a spasso, quā∣do i Scrittori veggiano, loro dormono: quando i Scrittori digiunano, loro sono a ban∣ketti, & a festeggiare: quan∣do che gli Scrittori vanno voltando libri, essi si vanno

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auolgendosine vitij: ma non ostante questo, essi pure si pon∣gono a giudicare, a guastare, & a dannare la dotrina ali∣ena: & come se hauessero l' autorita che Platone heb∣be in Grecia, che Salomone hebbe tra gli Hebrei, Licur∣go tra gli Lacedemonij, Pro∣meteo tra gli Egitij, Apolo∣nio tra gli Indiani, & Sc∣condo tra gli Assirij, oue∣ro la eloquentia che hebbe Cicerone in Roma. Pochi ne trouerete, credo nessuno, che sii hoggi di, ne la lingua Latina diligente, ne la Gre∣ca ben esperto, ne la Hebrea dotto, ne la Spagnola orna∣to, sopra la lingua Italiana ben fondato, & ne la Fran∣sese curioso, ouero ne lo auol∣ger libri desideroso, et se qual cuno lo fa e beffato da molti, scerzato da ogniuno, imita∣to di pochi, amato da man∣co, & cercato da nessuno. Trouereti certi nasuti, mal creati: certi tonazzi, che i∣nanzi che habbino visto vn libro, inanzi che sappino, che cosa sia, & de che trat∣tu, haranno ar dire di de fa marlo. Vederete certi hu∣omini, non huomini, ma

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piu tosto bestie (mi vien quasi voglia di nominar li) che so∣no tanto larghi nel parlare, & tanto ristretti nel studia∣re, che senza arossirsi ardi∣ranno dire, che non ci é libro che essi non habbino letto, o veduto, guarda che presun∣tione é questa, ogniuno é dato al dannar ilibri, pochial co∣mendarli. Vederete tre o quatro in vna compagnia, & vno pigliera vn libro in ma∣no, e cominciera a leggere due o tre parole, dira vno, gli é troppo prolisso: vn altro di∣ra, egli parla fuori di propo∣posito: dira vno, gli é oscuro: dira vn'altro, gli è tristo vul∣gare: dira vno, il tutto é fin∣to: dira l'altro, gli è curi∣oso: l'altro dira, che gli é malitioso, talche a dirlo in breuita, la dotrina riman sospetta, & L'autore non va essente di qualche macula. Certi altri sfacciati ci sono, che senza vergogna haran∣no ardire di dire, che non gli resta cosa da vedere, che essi non habbino vista: si van∣teranno, che non ci è cosa da scoprire, che essi non habbino scoperta, afferme∣ranno che non ci é cosa da

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leggere, che essi non habbino letta: giurer ano che non ci è cosa da scriuere, che essi non habbino scritta: altri si assi∣curer anno, che non ci é cosa da sapere, che essi non la sap∣piano. (Ha gente maligna, nation vituperasa), la qual sei causa che molti e mol∣ti che vorebbono scriuere, ma lo lasciano per questi tāto inuidiosi. Ditemi di gratia, i piu gran prēcipi, che siano sta ti, non hanno essi preso diletto ne gli Scrittori e Filosofi? Plutarco, non fu egli maestro di Traiano? Alessandro, non haueua egli Homero per a∣mico, & Aristotole per mae∣stro? Oh nobil detto di Fi∣lippo quel gran Re di Ma∣cedonia, & padre di Alessan∣dro Magno, quando che lui disse, che ringratiaua i suoi Dei, che il suo figliolo Alessandro era nato mentre che Aristotele viueua, et glie lo diede per tutorc: quel gran Re Dario, non hebbe egli per suo famigliare, Plotino? Augusto hebbe Pisto, Pom∣peio hebbe Plauto, Tito heb∣be Plinio, Adriano hebbe Secondo, Antonio hebbe A∣polonio, Teodosio hebbe Clau∣dio,

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Seuero hebbe abato, i ••••lososi al tempo 〈…〉〈…〉 ha∣ue•••••••• ta•••• 〈…〉〈…〉 le case de preacipi, che gli si∣glioli de i 〈…〉〈…〉 gli rico∣noscen•••• per 〈◊〉〈◊〉, & i loro padci per m••••stri: (pochi hoggi di gli imtano, & man∣co se gli aguaglion) quanto bene facci la Filosofia a gli prencipi & signori, imparia∣mo di Marco Aureho, il qual su essaltato al Imperio, non per le sue richeze, ma per la sua dotria, non per il suo sangue generoso, ma per la sua Filososia, non per ha∣uerlo hereditato, ma morita∣to cōle sue bone opere. Lui fu Filoso fomolto sauio, Prenci∣pe molto potente, Imperatore molto temuto: lui fu di giu∣ditio dritto ne la giustitia, grato a gli suoiamici, paci∣ente negli trauagli, quanto ben sapeua dissimulare con i suoi nimici, quanto seuero contraitiranni, quāto pace∣sico cōipacefici, quanto ami∣co de sauij, quanto s'ingegna∣ua di imitar i semplici, quan∣to auenturato ne le sue guer∣re, quanto benigno ne la pa∣ce: lui fu tēperato nel mangi∣are, moderato nello spendere,

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grato a chi lo seruia, paci∣ente verso chi l'offendeua, solecito a conseruar la pace, fedele a mantener le tregue, fu barone di profondo intel∣letto, dotto ne la lingua Gre∣ca & Latina, & soprail tut∣to, quanto alto ne le sue parole, quanto profondo ne le sue sentenzie, Ʋeramen∣te voi vedete le sue opere i∣mitate da pochi, & abando∣nate da molti. Oh quanto sono stato stimati i Filosofi a i tempi vechij, tante e tante Historie ne fanno mentione. Vedete come il Filosofo Bru∣sillo fu stimato da tutto il Se∣nato Romano: O quāto furo∣no stimati i setti sanij di Gre∣cia? lo potete leggere: quan∣to fu stimato Anatarso Filo∣sofo da Cresso, è manifesto, che mando i suoi Imbassado∣ri di Lidia a Attenne, con molti tesori a domandarlo & pregarlo, che venisse a vederlo, promettendogli tut∣to il gouerno del suo Regno, & si teneua come deforme et sfortunato, perche non ha∣uena Filosofo per terirli com∣pagnia, & consigliarlo. Fa∣lari quel gran Tiranno sidi∣lettana di huomini dotti,

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& di Filososia, & non vo∣leua mai esserne senza. Oh eta aurea, quando che dot∣trina era cercata da lontano & d'apresso: quando che in∣gegno era esercitato, politia praticata, & virtu honora∣ta. Ben disse il vero Tullio, quando che disse, O Filososia la cercatice di tutte le be∣ne virtu, & la espelatrice di tutti i vitij, quella repub∣lica si teneua felice, quel re∣gno beato, quelle Citta in pace, che haueuano boni Fi∣lososi in se, per essaltar vir∣tu & per supressar vitio, per rimunerar i boni, per casti∣gar i rei, per estimar i dot∣ti, per negleggere i ignoran∣ti. Pero, la mia opinione é, che si tenga conto de gli Scrittori, & si estimino le lo∣ro buone opere: ma non è cosi, ben lo potiamo speraro, ma non aspettare.

Certo voi mi hauete fatto qui vn Sermone longo, che credo che debbiate essere stracco.

Si certo, che io sono stracco, & piu che io parlo di loro, piu poss, piu che io li laudo, tanto piu mritano da esser laudati. Hggi di pochi si danno al leggere, & manco

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al siu••••••re, certo mi rincres∣ce a p••••••arui sopra.

Io credo che molti lo fanno per sparagar denari.

Cosi sanno certo.

Io voria che ci fusse simil legge, che se vno aleuasse i suoi fi∣glioli, senza 〈◊〉〈◊〉 imparare qualcosa, est ecalmente a leggere, sriuere, & par∣lare molte lingue, che lui fus∣se decapitato, ouero punito grauemente.

Si ma noi piu tosto potiamo spe∣rar tal cosa, manon aspet∣tarla. O Dio, quando che io considero le graue Leggi che sono state altri tempi contra gli otiosi. O Roma triumfante, quando che o∣gniuno era obligato a impa∣rar qualcosa, & se si troua∣ua qualcuno otioso, lui era punito grauemente, tanto lui, quanto i suoi parenti, al'hora non ci erano tanti as∣sassinameti latrocinij, furti, & homiidij. E d'onde vengo no queste cose, senon per che la giouentu è aleuata cosi delicatamente, che quando i loro padrie madri vengono a morte, non sanno far nien∣te, se hanno qualcosa, lo spendono presto, se non hanno

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niente, vanno rubbando, di∣uentono assasini da strada. Che è il loro fine? prouano se Caneuo è fote, come ce ne l'esperientia giornalmente, e tutte queste cose si potreb∣bono skiuare, se piacesse a padri considerarli sopra quā∣do sono gioueni, & non a∣uezzarli cosi superbamente, & aleuarli cosi otio samente. Che vergogna é, quella ve∣derete tal Inglese venire in compagnia di Forastieri, non sapcra ne parlar, ne in∣tendere con loro, ma stara come muto, e cosi-rest a bef∣fato da loro, & disprezato da tutti, & nessuno fara con∣to di lui. Che vergogna è quella? che vituperio per i suoi parents? che perdita per lui? e che cordoglio pensado∣ui sopra? dotrina é sapien∣tia, sacci Fortuna quello che li piace, mai si perde, ne a∣qua la puo guastare, ne fuo∣co bruciare, se la non ti pre∣uale in vn luoco, ti preua∣lera in vn altro, ne anche tempesta puo consumare sci∣entia. O quanto fu ben det∣to dal Poeta, quando che v∣no gli domando doue or ano tutti i suoitesori, luirispose,

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Nel mio seno. Dotrina é greue, & sinon pesa, é gran∣de, & si non occupa gran luogo, é bella, e pochi la cer∣cano, profiteuole, & si é a∣bandonata da molti: lei è dolce, e pochi la vogliono ta∣stare: belli palazi non sono egli sottoposto alla tempesta? belezze di corpo a malatia? richezze alla Fortuna? chi ha denari, non puo compr ar dotrina leggiermente, & chi ha dotrina, troua palazi e richezze, fama, gloria, re∣putatione, e denari, venghi doue si voglia. Ben la inte∣sero i Filosofi antichi, che se non poteuano studiare di gi∣orno, studiauano di notte, non faceuano conto di fatica di veggiare, fusse cosi hoggi, che il mondo anderebbe in altro modo.

Veramente voi dite il vero, ma di gratia ditemi vn poco il vostro parere circa Diligen∣tia, & che cosa è, perche io ho sentito dire, che é vna co∣sa molto profitcuole a chila praticha.

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